Con lo scoppio della pandemia milioni di persone hanno dovuto modificare il proprio sistema lavorativo, adeguandolo alla situazione.
Non c’è dubbio che proprio in questo periodo si è sviluppato in tutto il mondo lo smart working. Questa procedura consente ad un dipendente di effettuare il proprio lavoro da casa, mediante un computer.
Ovviamente esistono tantissimi metodi diversi per utilizzare in modo competente ed esaustivo questa forma di lavoro a distanza, tuttavia, come in ogni altra forma d’impiego, esistono anche i furbetti che cercano di ridurre al minimo i propri sforzi.
Tuttavia, per i datori di lavoro non è facile tenere sotto controllo la produttività di tutti i dipendenti, specialmente se molti di questi operano da remoto. Nonostante tutto, ci sono anche casi in cui questi furbacchioni sono stati colti in flagranza e quindi hanno pagato le conseguenze delle loro azioni.
La vicenda di cui vi stiamo parlando ha avuto luogo in Australia. Tre dipendenti in smart working sono stati licenziati dal loro datore di lavoro, dopo che questo ha verificato che si assentavano costantemente dalle loro mansioni.
Questa persona nutriva dei sospetti sui tre individui già da tempo, e non è stato facile riuscire a scoprire la realtà dei fatti. A quanto sembra l’azienda in questione è un call center che si occupa di assistenza telefonica e tre dei suoi dipendenti avevano un profilo lavorativo nettamente inferiore ai loro colleghi.
Questo ha fatto sì che il loro datore di lavoro iniziasse a nutrire seri dubbi sul vero operato di queste persone. Così, dopo attenta riflessione, l’uomo ha iniziato a monitorare i registri delle chiamate dei tre dipendenti, verificando le risposte alle email e i contributi da essi forniti alle chat di lavoro. Le sue indagini hanno dimostrato che tra una chiamata e l’altra c’erano dei vuoti molto lunghi.
I dipendenti si assentavano dai loro compiti anche per intervalli di due ore e questo comportamento è stato tenuto per molto tempo, dimostrando che non si trattava solamente di casi sporadici. Pertanto, dopo aver effettuato le sue verifiche, l’uomo ha punito gli assenteisti con il licenziamento.
La vicenda tuttavia ha sollevato un polverone mediatico. Secondo molte persone, controlli di questo tipo sui propri dipendenti sono coercitivi e possono minare la stabilità emotiva sul lavoro. Altri invece li ritengono necessari, dato che, sfortunatamente, in ogni impiego ci sono persone che pensano di poter fare i propri comodi, anche durante le ore di lavoro.