Juan Vaquero è un uomo che per molto tempo è stato preoccupato dal modo in cui la sua vicina trattava suo nipote. La donna era la padrona di casa della casa di Juan e quindi non si è mai intromesso nelle loro faccende, per evitare di perdere il suo appartamento.
Nonostante tutto, l’uomo non ha mai smesso di sperare che la donna cambiasse atteggiamento e trattasse il ragazzo in modo migliore. Vaquero ha incontrato in diverse occasioni il bambino e questo gli è sembrato sempre emaciato e sciupato e in alcune occasioni gli ha persino chiesto del cibo.
Juan non capiva molto il motivo di questa strana richiesta e pensava solamente che i genitori avessero messo a dieta il piccolo. Un giorno, tuttavia, sentì il ragazzo chiedere aiuto e ha deciso di indagare sulla situazione.
Avvicinandosi alla loro casa, Vaquero si accorse che la voce del bambino non proveniva dall’interno dell’abitazione, bensì dal cortile sul retro. Avvicinandosi con cautela, ha notato che il suono proveniva da dentro un capannone e quando ha raggiunto il suo ingresso ha visto che era chiuso a chiave.
A quel punto Juan ha cominciato a parlare con il bambino, sperando che la situazione fosse solamente un malinteso, ma ciò che gli ha rivelato il piccolo lo ha completamente inorridito.
Il piccolo, infatti, ha confermato che proprio sua nonna lo aveva rinchiuso in quel capannone e ormai si trovava al suo interno da almeno 4 ore. Continuando ad ascoltare le parole del piccolo, Juan ha scoperto che non mangiava dalla mattina e che aveva le mani legate dietro la schiena.
L’uomo a questo punto ha chiamato la polizia e quando questi sono intervenuti sono rimasti disgustati da ciò che hanno visto. Il bambino era legato con le mani dietro la schiena in un capanno brulicante di topi e insetti.
Dopo aver tratto in salvo il ragazzo, la polizia ha prestato le sue attenzioni ai nonni del bambino.
Questi hanno tentato di spiegare che si trattava di una punizione, perché il piccolo aveva rubato del cibo, ma le indagini hanno rivelato che la donna e il suo compagno trascuravano il piccolo oltre ogni misura. A causa del suo gesto, Juan ha perso la casa in cui abitava, ma non è pentito di ciò che ha fatto e sarebbe disposto anche a sacrifici maggiori per tutelare la vita di un bambino.