Gli scarafaggi sono senza ombra di dubbi tra gli insetti più resistenti e disgustosi che esistano sul nostro pianeta. Questi animali sono tra i pochi esseri viventi che potrebbero sopravvivere ad un olocausto nucleare e le loro capacità di adattamento lasciano persino il più esperto nel settore completamente a bocca aperta.
Questo animale ha guadagnato nel tempo il soprannome di “superinsetto” e ancora oggi ci sono moltissima capacità di cui è dotato che sono sconosciute a molte persone. Una di queste è probabilmente il fatto che, a differenza di tantissime altre creature, lo scarafaggio non urina.
Questo animale ha un minuscolo alleato ad accompagnarlo, il Blattabacterium, un microbo che ormai vive come ospite all’interno di queste creature da 140 milioni di anni. Questo microbo consente agli scarafaggi di convertire i rifiuti nelle molecole di cui hanno bisogno per sopravvivere.
In pratica, i batteri al loro interno funzionano come una vera e propria centrale di riciclaggio e i ricercatori hanno scoperto che gli scarafaggi immagazzinano l’azoto in eccesso in piccoli depositi di acido urico. Il Blattabacterium riesce a scomporre l’acido urico e lo utilizza per produrre gli amminoacidi e riparare le pareti cellulari e le membrane che, oltre a svolgere persino delle funzioni metaboliche.
È proprio grazie ad essi che gli scarafaggi riescono a sopravvivere anche con diete povere di azoto e a rimanere in vita nei luoghi più inospitali del mondo, come l’Antartide. Liberi dalla necessità di urinare, possono immagazzinare acqua e sopravvivere fino ad un mese senza doverne bere anche una singola goccia.
Tuttavia c’è anche il rovescio della medaglia, dato che il batterio li rende così resistenti, gli scarafaggi sono totalmente dipendenti da esso e se per un motivo o per un altro dovesse scomparire dal loro organismo non riuscirebbero a rimanere in vita, non essendo più in grado di produrre autonomamente gli amminoacidi essenziali.