La donna trans ha vinto la causa contro il ristorante che le aveva impedito di utilizzare il bagno femminile, accusandola di essere un uomo. Al giorno d’oggi continuano a verificarsi in tutto il mondo casi di discriminazione legati alle differenze di genere.
La comunità LGBTQ+ ha sicuramente fatto innumerevoli passi avanti, rispetto ai decenni passati, riuscendo a superare moltissime barriere che limitavano la vita di tanti individui, ma nonostante tutto, ogni giorno si sentono di persone che hanno subito dei veri e propri attacchi, da parte di coloro che non comprendono né accettano le loro “diversità”.
Un triste esempio di ciò è quanto accaduto a Julie Correia Araujo, una donna trans brasiliana che ha vissuto un’esperienza davvero spiacevole durante un pranzo ad un ristorante. Julie si trovava in un ristorante di Santos, a San Paolo, e stava consumando un pasto in compagnia, quando ha sentito l’esigenza di dover usare il bagno.
La donna si è rivolta ad un membro del personale del locale, chiedendo dove fosse il bagno delle signore, ma a questa richiesta si è sentita rispondere che lei non poteva adoperarlo, in quanto uomo. Dopo aver sentito queste parole, la Correia ha subito presentato una denuncia alla polizia, contro il locale in questione e il caso è arrivato persino in tribunale.
Quest’ultimo ha stabilito in primo grado che si era trattato sicuramente di un malinteso, ma dopo che l’avvocato della difesa ha fatto appello, la decisione della corte è stata modificata. Il tribunale ha dato ragione a Julie e il locale ha dovuto pagare un’ammenda di 30.000 reais (circa 5.500 euro) per danni morali e transfobia.
Tutte le persone, a prescindere dai gusti personali o dagli orientamenti religiosi, meritano di ricevere trattamenti di pari dignità e pertanto, anche se le parole usate in questo caso dovessero essere state semplicemente un malinteso, è giusto che i colpevoli ne paghino le conseguenze.