La creazione della carta igienica è stata davvero un punto di svolta nella vita dell’uomo e nella comodità della sua igiene personale.
Siamo così tanto abituati ad utilizzarla che probabilmente non sappiamo nemmeno che cosa i nostri antenati utilizzassero, per adempiere alle loro operazioni di “pulizia”.
La carta igienica arrivò in Europa nel 1857 e fu inventata da Joseph Gavetty. Agli inizi era un prodotto davvero speciale e molto raro e fino al 1890 non fu messa in vendita al pubblico.
A quei tempi era molto ruvida ed aveva alcune piccole schegge al suo interno, quindi la qualità lasciava molto a desiderare. Soltanto nel 1935 la Northern Tissue Company, creò una tipologia di carta igienica perfettamente adatta ai suoi scopi e senza sorpresine al suo interno.
In passato molti strumenti erano stati utilizzati per adempiere al compito che oggi svolge la carta igienica. Alcune persone utilizzavano le spighe o la neve, in altri casi venivano adoperati degli strumenti di ceramica e chi invece non poteva permettersi questi oggetti, era costretto a ripiegare sulle mani.
La maggior parte di questi utensili era di origine organica e quindi non sono arrivati a conservarsi fino ai giorni nostri, ma alcuni studi rivelano che nella Cina di 2000 anni fa si utilizzavano dei bastoncini di legno o bambù, avvolti nella stoffa.
Durante i periodi greco-romani, quindi tra il 330 a.C. e il 640 d.C. veniva utilizzato un utensile chiamato “tersorium” ed era un bastone con una spugna alla fine, che veniva condiviso tra le persone che adoperavano le latrine pubbliche.
Per pulire tale oggetto si utilizzavano delle bacinelle d’acqua, con all’interno sale o aceto e quindi era terreno fertile per la proliferazione dei batteri.
Nel Giappone dell’VIII secolo si utilizzava un bastone di legno, chiamato “Chuugi”, con il quale ci si puliva inserendolo direttamente nel corpo.
Dobbiamo ringraziare gli sforzi fatti dai nostri predecessori che ci hanno fornito un modo molto comodo e assolutamente non invasivo per riuscire a pulirci serenamente dopo aver espletato tutti i nostri bisogni.