Quello che si è scoperto ha dell’assurdo. A quanto pare, uno studio eseguito su un’antica statua di un Buddha di 1000 anni fa ha rivelato la presenza di una mummia di un monaco all’interno dell’artefatto d’oro.
L’esperto mondiale di buddismo, Erik Bruijn, sostiene che i resti umani rinvenuti appartengano ad un maestro buddista di nome Liuquan, della scuola di meditazione cinese. Gli studi, sono stati tutti fatti al Museo Drents dal Meander Medical Centre in Olanda.
A quanto pare, gli organi del monaco, sono stati rimossi prima di incastonare la salma all’interno della nella statua, secondo una pratica di mummificazione abbastanza comune. Quello che ha lasciato tutti senza parole, è il rinvenimento di tanti rotoli di carta scritti in cinese, collocati al posto degli organi. Non è la prima volta che all’interno di una statua come questa si trovi una mummia, era un modo per arrivare diritti a Buddha.
La meditazione continuava dopo la morte, secondo una credenza nota come Tukdam.
I monaci seguivano una dieta per eliminare ogni minima traccia di grasso corporeo. Finivano per nutrirsi di corteccia e radici. Quando era giunta, secondo questa tradizione, la loro ora, bevevano tè velenoso ricavato dalla linfa dell’albero Urushi, che causava vomito e una rapida perdita dei fluidi corporei. Questo tè, uccideva vermi e batteri che avrebbero potuto causare la decadenza del corpo dopo la morte.
Nella fase ultimale, dopo anni e anni per lavorare sulla propria morte, il monaco si chiudeva da solo in una tomba di pietra appena più grande del suo corpo. Così, avrebbe iniziato uno stato di meditazione, rimanendo seduto nella posizione del loto fino alla sua ultima ora.
Per comunicare al mondo esterno che era ancora vivo, il monaco suonava una campana. Per evitare che morisse troppo in fretta, per mancanza di ossigeno, c’era un tubicino dell’ossigeno che comunicava con l’interno della tomba. Quando non si udiva più il suono della campana, il tubo veniva rimosso.
Dopo mille giorni dall’ultimo gong, la tomba veniva aperta per controllare se il monaco avesse avuto successo nella sua auto-mummificazione.
Se il corpo era conservato in modo perfetto, il monaco era salito al rango di Buddha, il suo corpo veniva rimosso dalla tomba e posto in un tempio dove veniva adorato e venerato.
Se, invece, si decomponeva, il monaco veniva richiuso nella sua tomba e rispettato per la sua resistenza, ma non adorato come un Dio.