Nonostante viviamo in un’epoca dove oltre ai beni di prima necessità possediamo anche dei lussi, in alcune parti del pianeta la situazione cambia del tutto. In India, ad esempio, non tutte le famiglie hanno le risorse necessarie per permettersi degli elettrodomestici o addirittura la fornitura energetica per la corrente elettrica.
Così capita spesso che molti cittadini si adoperino per rimediare a queste mancanze, escogitando delle soluzioni alternative ed artigianali. La storia che stiamo per raccontarvi è avvenuta proprio nel paese asiatico dell’India, dove una ragazzina di soli 14 anni ha progettato e costruito una lavatrice a pedali.
Nel paesino rurale di Kizhator Panchayat sono in molte le famiglie a non possedere alcun tipo di comodità o dispositivo in casa. Anche un bene importante come una lavatrice è quasi un miraggio, perchè a scarseggiare è sia la corrente elettrica che i fondi per poter la pagare. Così le famiglie come quella di Remya si recano al fiume vicino per lavare i propri panni.
Ma la mamma della ragazza da qualche tempo ha iniziato ad avere problemi di salute, non potendo più dedicarsi alle faccende domestiche. E allora Remya ha pensato bene di trovare una soluzione che permettesse di lavare i panni in casa, senza la necessità di recarsi al fiume. Dopo aver steso un primo progetto iniziale della sua lavatrice, ha chiesto aiuto al padre per recapitare alcune “cianfrusaglie” dei vicini, ormai in disuso.
Le sono servite delle parti di biciclette ormai non funzionanti, una cabina cubica in alluminio ed un cestello. Grazie alla generosità di un meccanico d’ auto del posto che ha assemblato le varie parti, Remya ha potuto realizzare il prototipo da lei progettato. La sua trovata è stata un successo, confermata dalla prima prova pratica di utilizzo del marchingegno.
Per utilizzare questa lavatrice a pedali è necessario innanzitutto inserire i panni all’interno del cestello, con dell’acqua calda. Dopo circa dieci minuti di attesa, si aggiunge il detersivo e si può quindi iniziare a pedalare. In questo modo si aziona il cestello, che ruotando funziona come una centrifuga per gli indumenti all’interno della cabina.
Dopodiché si apre un piccolo rubinetto per permettere all’acqua con la saponata di defluire. A questo punto si riempie nuovamente la cabina con dell’acqua pulita e si aziona il cestello pedalando. Alla fine del risciacquo si fa defluire ancora l’acqua e si prelevano i panni per poi stenderli.
Dato che in molti paesi rurali del Medio Oriente non possono contare sulla fornitura elettrica, il prototipo di Remya ha suscitato molto clamore. La ragazza è stata perfino premiata dal governo indiano, che conta di poter collaborare in futuro con questa giovanissima mente brillante.